|
|
>La Cervicale
|
LA
CERVICALE I due termini ‘cervicale’ e ‘cervicalgia’ vengono spesso
confusi. La
cervicale è la zona del collo in cui
sono presenti le 7 vertebre più alte della colonna, dalla testa fino alle spalle
.
Tra le vertebre sono presenti i dischi intervertebrali che fungono da
ammortizzatori. Quando si usurano o vengono compressi, i nervi che fuoriescono
dai forami intervertebrali possono essere infastiditi e provocare dolore al
collo o alle braccia (la cosiddetta cervicobrachialgia) La cervicalgia
invece viene definita in letteratura come
un dolore localizzato nella regione anatomica del collo, posteriormente
tra la linea nucale superiore e il
margine superiore delle scapole,
lateralmente tra il margine clavicolare superiore e l’osso mastoideo,
anteriormente tra l’incavo soprasternale e il mento (Guzman J. Et al., 2008). Dopo la lombalgia è la causa più frequente di richiesta di
prestazioni di medicina generale in tutto il mondo per quanto riguarda il dolore
muscolo scheletrico. La diffusione della cervicalgia cronica (chronic neck pain)
nella popolazione generale sta progressivamente aumentando: si stima che circa
il 70% della popolazione soffra di male al collo almeno una volta nella vita. Può colpire ogni fascia di età, inclusi bambini e adolescenti.
La prevalenza mensile varia dal 15.4% al l 45.3% in età adulta
e dal 4.5% al 8.5% in età evolutiva. La prevalenza annuale varia
dall’12.1 al 71.5 % nella popolazione generale
e dal 27.1% al 47.8% tra i
lavoratori. La cervicalgia persistente ad alta disabilità presenta una
prevalenza che varia dall’1.7%
all’11.5% nella popolazione generale (Haldeman S. et al., 2008). La cervicalgia è
una patologia multifattoriale dipendente da fattori non modificabili (età,
sesso, familiarità, eventi traumatici) e da fattori modificabili (posturali,
comportamentali, professionali e psico-sociali). Nella maggioranza dei casi,
infatti, un fattore eziologico univoco non è evidenziabile e si tende a definire
la cervicalgia aspecifica, coesistendo componenti infiammatorie, muscolari,
meccaniche, posturali e neurologiche
(Monticone et al., 2011). La Neck Pain Task Force (Guzman J. Et al., 2008) ha definito
un nuovo modello concettuale della cervicalgia classificandola in base alla
gravità (quattro gradi), alla durata (transitoria, di breve durata e di lunga
durata) e alla struttura (episodio singolo, ricorrente, persistente). Un’altra
classificazione che suddivide i pazienti in acuti (durata entro un mese),
subacuti (durata fino a tre mesi) e cronici (durata oltre tre mesi) riveste una
significativa importanza nell’inquadramento prognostico, nell’impostazione
terapeutica e quindi nella scelta del protocollo rieducativo (Monticone et al.,
2011). Un ulteriore classificazione della cervicalgia può essere
effettuata in base alle cause. Alla base del dolore al collo può esserci infatti una
patologia grave di tipo viscerale (polmonare, gastro-enterica, epatica,
pancreatica) o sistemica (neoplasia, infezione, reumatologica). Altre volte si è in presenza di una cervicalgia specifica
causata da frattura, scoliosi, spondilolistesi,
stenosi del canale o ernia discale con un elevato rischio di dolore
persistente e di disabilità. Per fortuna la maggior parte delle cervicalgie rientra nel
quadro delle cervicalgie aspecifiche di origine
disfunzionale. Esse hanno una prognosi prevalentemente benigna, con episodi
dolorosi caratterizzati inizialmente da risoluzione spontanea, ma con un elevato
rischio di ricorrenza e di persistenza delle algie col passare del tempo.
Fortunatamente le cervicalgie aspecifiche hanno spesso una prognosi benigna,
anche se sono frequenti le recidive, (Monticone
et al., 2011)
e possono essere risolte con un buon programma rieducativo: in un quadro
terapeutico globale il movimento e la rieducazione della postura possono essere
un ottimo antidoto alla cervicalgia.
| |
| |||
|
RIEDUCA® ASD Piazza G. Verdi, 4/6 - 16121 Genova - Brignole 010531114   3473227198  info@rieduca.it  - C.F./P.Iva 02079190993 | ||
|